le origini
da residenza rurale a strutture di rappresentanza anche destinate ai piaceri fisici e intellettuali
l'evoluzione
centro di organizzazione agricola e luogo di svago... ville monumentali ... ville come complessi agricoli ...
la diffusione
prima come presidio del territorio, poi indice di benessere, ora necessità di recuperare il rapporto uomo-natura
le forme
variate nel corso dei secoli con gli stili architettonici, ridefiniti dai materiali locali e dalle disponibilità economiche
la struttura
torre, corte, in semplicità senza sfarzo, oppure scalinate, esedre, ampi volumi, comunque logge aperte sulla natura
elementi decorativi
fontane, fregi, capitelli, lanterne, stucchi, affreschi, balaustre, serrature, banderuole, mensole, ed altro ancora ...
Sorvolando sulla realtà della “capanna”, costruzione precaria che finisce per identificarsi con l’annesso agricolo, sulla “torre” di origine agricola o difensiva, ma certamente luogo di abitazione, e sulle “Case in terra battuta” delle quali alcune sono sopravvissute ma rimaste ai margini della struttura principale, vorremmo prendere in considerazione quelle strutture che ancora oggi sono identificate come case coloniche e casali.
Le necessità della vita di campagna hanno portato i realizzatori di queste strutture a rendersi conto che gli edifici al servizio di un podere devono supportare lo stretto rapporto esistente tra residenza, manodopera e produzione.
Il blocco quadrangolare con o senza torre colombaia ha dominato la costruzione delle case rurali per tutto l’ottocento. Ma la struttura delle grandi case delle fattorie si è rilevata eccessivamente rigida a distanza di poche generazioni tanto da non reggere alle successive, rapide trasformazioni rurali.
Esistono alcuni criteri, non scritti ma dettati dalla saggezza popolare, che hanno determinato nel tempo i criteri costruttivi del casale, tramandatisi di generazione in generazione.
La prima regola riguardava la collocazione del casale che doveva essere comoda alle faccende del podere, avere un’aria salubre per la salute dei coloni, non essere esposto ai freddi venti del nord e ed ai venti provenienti dalle zone paludose.Sorvolando sulla realtà della “capanna”, costruzione precaria che finisce per identificarsi con l’annesso agricolo, sulla “torre” di origine agricola o difensiva, ma certamente luogo di abitazione, e sulle “Case in terra battuta” delle quali alcune sono sopravvissute ma rimaste ai margini della struttura principale, vorremmo prendere in considerazione quelle strutture che ancora oggi sono identificate come case coloniche e casali.
Le necessità della vita di campagna hanno portato i realizzatori di queste strutture a rendersi conto che gli edifici al servizio di un podere devono supportare lo stretto rapporto esistente tra residenza, manodopera e produzione.
Il blocco quadrangolare con o senza torre colombaia ha dominato la costruzione delle case rurali per tutto l’ottocento. Ma la struttura delle grandi case delle fattorie si à rilevata eccessivamente rigida a distanza di poche generazioni tanto da non reggere alle successive, rapide trasformazioni rurali.
Esistono alcuni criteri, non scritti ma dettati dalla saggezza popolare, che hanno determinato nel tempo i criteri costruttivi del casale, tramandatisi di generazione in generazione.
La prima regola riguardava la collocazione del casale che doveva essere comoda alle faccende del podere, avere un’aria salubre per la salute dei coloni, non essere esposto ai freddi venti del nord e ed ai venti provenienti dalle zone paludose.
La distribuzione degli spazi è in linea con la tradizionale tipologia della “casa italica”, di semplice pianta rettangolare, sviluppatasi su due piani. Gli ambienti domestici, camere da letto e focolare, sono sovrapposti al rustico che, nel piano terra, comprende gli spazi per gli attrezzi, il bestiame e il fienile. Il secondo piano è collegato al piano sottostante tramite una scala, realizzata in mattoni cotti, quasi sempre appoggiata al prospetto esterno. Solo in fasi successive la scala è stata introdotta all’interno dell’edificio. I solai sono quasi sempre in legno, mentre la copertura è a capanna o a padiglione, con struttura portante in legno e manto di copertura in coppi.