Villa Chigi

Al Terminillo, celebre stazione montana detta anche “la montagna di Roma”, è posta una residenza conosciuta da molti, un tempo dimora di un principe ed oggi disponibile per un recupero degno della sua storia e della sua architettura. La villa, vicina ai caratteri stilistici del razionalismo italiano, fu costruita con struttura portante ibrida di cemento armato e muratura, quest’ultima in pietra locale con ricorsi orizzontali di mattoni; all’interno furono utilizzati pavimenti in legno nelle stanze di rappresentanza e marmette di cemento negli ambienti di servizio; i solai e la copertura in cemento armato presentavano invece un controsoffitto di sughero. L’edificio è a due piani, con il tetto a terrazzo. Una grande importanza è attribuita ai portici esterni ed il tutto è caratterizzato da uno sviluppo planimetrico secondo un arco di circonferenza. Il volume convesso segue l’andamento della collina retrostante. L’organizzazione interna è con ambienti principali posti al centro della pianta e gli ambienti di servizio nella parte posteriore. I 3 livelli sui quali si sviluppa la villa differiscono tra di loro per la funzione che svolgono. Al seminterrato gli ambienti di servizio con garage, cantina, locale caldaia, alloggi per il personale di servizio, ed altro; al piano terra con l’ingresso principale, il soggiorno (a doppia altezza), la sala da pranzo, la cucina (con dispensa ed altro). Da notare la presenza di un terrazzo coperto esternamente alla sala da pranzo. Al primo piano, accessibile sia dalla scala principale che dalla scala posta nel salone, ci sono 3 camere da letto, 2 bagni, uno studio e 2 logge che si affacciano sul salone. Sempre in questo piano, nell’angolo sud-ovest, è posto una loggia dalla quale si ha una vista panoramica che va da Roma fino ai monti della Toscana.