le origini

da residenza rurale a strutture di rappresentanza anche destinate ai piaceri fisici e intellettuali

l'evoluzione

centro di organizzazione agricola e luogo di svago... ville monumentali ... ville come complessi agricoli ...

la diffusione

prima come presidio del territorio, poi indice di benessere, ora necessità di recuperare il rapporto uomo-natura

le forme

variate nel corso dei secoli con gli stili architettonici, ridefiniti dai materiali locali e dalle disponibilità economiche

la struttura

torre, corte, in semplicità senza sfarzo, oppure scalinate, esedre, ampi volumi, comunque logge aperte sulla natura

elementi decorativi

fontane, fregi, capitelli, lanterne, stucchi, affreschi, balaustre, serrature, banderuole, mensole, ed altro ancora ...

La masseria era un modo di organizzare lo spazio rurale e quindi la vita sociale ed economica delle persone che in essa vivevano.

Strutturalmente parlando, le masserie sono nate sul tronco delle ville tardo-romane, di cui rievocano la disposizione dei volumi attorno ad un comodo e ampio spiazzo interno. Il tempo e la storia hanno reso necessari,in alcuni casi, interventi che hanno modificato architettonicamente le nostre masserie per precise esigenze di carattere politico, economico e sociale. Nessun cambiamento, però, ha offuscato il fascino che emanano queste strutture.

Colpiscono la funzionalità e la razionalità che predominano nella partitura degli ambienti, la sapiente modulazione di spazi interni ed esterni; la grande armonia e delicatezza con la quale si inseriscono nell’ambiente circostante, segno di un perfetto equilibrio tra uomo e natura e il gusto artistico delle forme, mai assente persino in quelle più povere.

STRUTTURA A CORTE
Al di là delle dimensioni, del contesto territoriale in cui si trovavano o delle attività che vi si svolgevano, le masserie con struttura a corte presentano elementi strutturali fondamentali che si ripetono e le caratterizzano anche se manipolati dalle vicende della storia agraria del sud.

Esse appaiono come un fortilizio quadrangolare o rettangolare chiuso attorno ad un vasto cortile, quasi mai inferiore a 500 metri quadrati (la corte), in genere pavimentato con lastre di pietra o con ciottoli e con centro il pozzo o cisterna. La corte è centro fisico e funzionale di questa tipologia di masseria, centro vitale e cuore della struttura e ad esse si accede da un unico portone che sembra voler escludere ogni possibilità di contatto con l’esterno.
Sui lati del cortile si dispongono gli ambienti necessari alla vita della masseria e attorno e sul retro dell’edificio si stendevano le terre coltivate o i pascoli.

MASSERIA PASTORALE
Questa tipologia di masseria, diffusa nel nostro territorio, a due piani o a un solo piano,con struttura a corte, era presente nelle proprietà latifondistiche in cui la funzione pastorale prevaleva su quella agricola. Al pianterreno o al primo piano si trova l’abitazione del massaro. Essa raramente possiede l’abitazione padronale, essendo poco adatta alla villeggiatura.

Il cortile, anzichè essere circondato da locali destinati agli alloggi dei lavoratori, è bordato prevalentemente da tettoie chiuse (suppenne) e da pochi locali adibiti alla trasformazione del latte (la mercia). In alcuni casi la masseria pastorale si articola attorno a due cortili tra loro comunicanti: attorno al primo si dispongono le abitazioni dei lavoratori e gli altri edifici rustici, attorno al secondo, che dispone di una apertura propria, sono situate le tettoie per il riparo delle pecore.

MASSERIA AGRICOLA PASTORALE
Questa tipologia di masseria, molto diffusa nel nostro territorio è normalmente a due piani e con struttura a corte. Il lato principale dal quale si entra è formato da due piani e quasi sempre accoglie anche una chiesetta: al piano superiore, al quale si accede con una scala esterna è situata l’abitazione del padrone sormontata spesso da una guardiola che consente di abbracciare con lo sguardo l’intera superficie aziendale o gran parte di essa; al pianterreno, invece, di solito si trova l’abitazione del massaro.

Sugli altri lati del cortile si dispongono senza un ordine ben preciso e su un solo piano gli altri ambienti necessari alla vita dell’azienda: i magazzini per il deposito dei prodotti agricoli, le stalle per gli animali da lavoro con le mangiatoie in pietra, i dormitori per i lavoratori stagionali ed un locale piuttosto ampio che comprende il forno e la cucina in cui i braccianti consumavano il pasto. Attorno e sul retro dell’edificio, a seconda della grandezza della masseria, c’è il frantoio per l’olio, il “palmento” per il vino e l’aia (l’era) per i “pisari” il grano.

L’aia era lastricata con “chianche” per recuperare l’acqua piovana che, raccolta in cisterne, veniva utilizzata per bere, per cucinare i legumi e per irrigare i campi assieme a quella recuperata dai tetti con grondaie e canaletti.

MASSERIA A FORMA LINEARE
In questa tipologia di masseria, diffusa nel nostro territorio, manca completamente la “corte”. In essa i vari corpi di fabbrica, complessi o meno a seconda della grandezza della masseria, sono disposti lungo un unico asse edile con i locali a solo pianterreno o a piani sovrapposti.

Così strutturate sono anche le masserie con economia frugale nelle quali sono presenti l’abitazione modesta per il massaro, piccoli “curti” per le pecore e torrette rotonde per i colombi.