le origini

da residenza rurale a strutture di rappresentanza anche destinate ai piaceri fisici e intellettuali

l'evoluzione

centro di organizzazione agricola e luogo di svago... ville monumentali ... ville come complessi agricoli ...

la diffusione

prima come presidio del territorio, poi indice di benessere, ora necessità di recuperare il rapporto uomo-natura

le forme

variate nel corso dei secoli con gli stili architettonici, ridefiniti dai materiali locali e dalle disponibilità economiche

la struttura

torre, corte, in semplicità senza sfarzo, oppure scalinate, esedre, ampi volumi, comunque logge aperte sulla natura

elementi decorativi

fontane, fregi, capitelli, lanterne, stucchi, affreschi, balaustre, serrature, banderuole, mensole, ed altro ancora ...

la diffusione

Un aspetto peculiare della diffusione della tipologia architettonica delle ville è la relazione tra queste e lo spazio agricolo circostante ovvero il territorio al cui dominio in origine era destinata la struttura.
Già nel Quattrocento è superata la rigorosa distinzione fra ville di svago e ville centrali agricole. In realtà, in quasi tutte le strutture si assommano le due funzioni, dal momento che persino le ville di delizia settecentesche, sorte in luoghi “turistici”, ricalcano parzialmente queste premesse.

Valutando il posizionamento di questi manufatti sul territorio, possiamo constatare che prevalentemente si è preferito edificare nelle immediate vicinanze dei corsi d’acqua piuttosto che sulle vie di comunicazione carrabili. Si tratta certamente di una scelta estetica, però la bellezza del luogo si sposa anche con la comodità dei trasporti, sia agricoli e commerciali, che si intendeva far defluire attraverso le vie d’acqua.
Un altro rapporto è quello fra centro urbano e villa. La residenza nobiliare in genere diventa il perno del borgo, in alcuni casi invece l’edificio influenza solo in parte il contesto edilizio preesistente. Crea piuttosto uno spazio proprio, che a sua volta si trasforma in asse di un nuovo sviluppo. In altre situazioni, ancora, la villa genera ex novo un piccolo centro abitato, che comprende un polo religioso e le abitazioni dei contadini.

Ma perché fra Seicento e Settecento si parla di proliferazione più che diffusione di ville?
Uno dei motivi è il progressivo prevalere di famiglie nuove, provenienti dai mercanti del ducato, oppure dal mondo delle professioni.
I nuovi ricchi sono desiderosi di affermare il livello sociale conquistato, perciò cercano di costruire un edificio di prestigio che mostri alla popolazione un tenore di vita pari al loro orgoglio. Anche le famiglie di antica nobiltà vogliono a loro volta riaffermare il proprio prestigio e la propria memoria, ripensando la struttura delle residenze di campagna.

A volte costoro sono costretti a erigere nuove ville, poiché le spartizioni ereditarie hanno smembrato le proprietà della famiglia, oppure semplicemente perché è mutato il gusto. In quest’ultimo caso, e precisamente agli inizi del Settecento, gioca un ruolo decisivo la nuova estetica rococò del «comodo», che si traduce nell’ideologia e nel mito della «villa di delizia».
Questa si riteneva fosse necessaria per potersi distaccare dalla corruzione urbana ed entrare in contatto con la natura, in modo da avere la possibilità di godere di  piaceri esclusivi.