le origini
da residenza rurale a strutture di rappresentanza anche destinate ai piaceri fisici e intellettuali
l'evoluzione
centro di organizzazione agricola e luogo di svago... ville monumentali ... ville come complessi agricoli ...
la diffusione
prima come presidio del territorio, poi indice di benessere, ora necessità di recuperare il rapporto uomo-natura
le forme
variate nel corso dei secoli con gli stili architettonici, ridefiniti dai materiali locali e dalle disponibilità economiche
la struttura
torre, corte, in semplicità senza sfarzo, oppure scalinate, esedre, ampi volumi, comunque logge aperte sulla natura
elementi decorativi
fontane, fregi, capitelli, lanterne, stucchi, affreschi, balaustre, serrature, banderuole, mensole, ed altro ancora ...
l’evoluzione
Una delle caratteristiche dell’architettura delle ville è il riuso di edifici preesistenti. Il problema della trasformazione degli spazi è risolto il più delle volte con un mascheramento totale, per evitare la completa distruzione (rara sia per motivi economici che di fedeltà storica).
Eredi naturali dei casini di caccia sono le piccole «ville di delizia» cinquecentesche, che abbinano il recupero delle parti storiche a nuovi spazi, con ampie stanze e numerose logge.
La villa seicentesca sviluppa valenze architettoniche recanti un gusto accentuato per il monumentale. L’edificio diventa imponente e le ricche decorazioni solitamente esaltano le imprese e le virtù della famiglia. Ad alleggerire i fasti delle ville, nascono i leziosi giardini all’italiana, la cui moda prosegue fin nel pieno Settecento. Purtroppo questa moda verrà sostituita (e causerà perdite gravi) dalla predilezione per il giardino romantico all’inglese. Non si tratta solo di una mera differenza di stili: al giardino razionale, simbolo del dominio dell’uomo sul cosmo, subentra il parco come contemplazione della natura «selvaggia», una sorta di ritorno allo stato di natura teorizzato da Rousseau.